Dalla polpa resistente e saporita, con leggere sensazioni amare e piccanti, sentori erbacei e leggeri note ammandorlate della monticedda di Salento (Sa), le “aulive ammaccate” sono forse il prodotto che meglio rappresenta la paziente e sapiente operosità del popolo cilentano. Vengono scelti i frutti più carnosi ancora acerbi. Ogni singola partita di olive viene lavata ed asciugata per essere lavorata. Con una pietra liscia di mare o di fiume in base al luogo di lavorazione, si passa all'ammaccatura a mano, una ad una, con la pressione adatta affinchè il nocciolo si separi dalla polpa ma non si rompa. Le olive vengono così immerse in un contenitore pieno di acqua che va cambiata al mattino ed alla sera dai 5 ai 15 giorni (in relazione alle caratteristiche delle singole annate di produzione), e coperte con un piatto che gli impedisce di affiorare; tutto ciò fin quando l'amaro in eccesso non scompare. A questo punto le olive saranno lasciate in un nuovo ammollo per una notte. Siamo così pronti per la salamoia preparata con acqua, sale, alloro e finocchietto selvatico. Dopo qualche giorno la fase finale: si scolano e si asciugano le olive per invasettarle con olio e.v.o. (preferibilmente novello) e vari aromi come origano, peperoncino piccante e aglio. Naturalmente ogni famiglia ha la sua ricetta.
Le “aulive ammaccate” sono molto versatili. Possono essere consumate in purezza con antipasti e aperitivi; per accompagnare carne e pesce, insieme a formaggi freschi, per rinforzare insalate. Personalmente le adoro nell'acquasale, insieme a pomodorini, melanzane sott'olio, alicette dissalate, origano, cipollotto e peperoncino fresco.
Peso netto sgocciolato 230gr.
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